Cultura e Archeologia in Calabria, la tua vacanza culturale
La Calabria, una delle regioni con antiche civiltà mediterranee, ha dato il nome alla penisola dato che Italia è stato per molto tempo il nome della regione in memoria del re Italo. Evidenti ancor oggi sono le testimonianze di importanti conquistatori come i Romani, Goti, Longobardi, Bizantini, Svevi, Angioini e Aragonesi, una regione ricca di storia e cultura che ha ospitato invasioni, assalti e dominazioni da parte di numerose culture.
La realtà dei calabresi nasce proprio dalla fusione delle numerose popolazioni che si sono alternate nei secoli favorite dalla particolare caratterizzazione geografica, dalle continue influenze dei popoli esploratori e dall’incontro di varietà differenti di realtà e mito.
A testimonianza di tale ricchezza culturale sono le numerose sculture, dipinti, bassorilievi e opere d’arte un esempio lampante sono i famosi Bronzi di Riace ma anche le meravigliose tele di Mattia Preti e le recenti opere d’arte contemporanea di Mimmo Rotella e Umberto Boccioni.
La Calabria offre ai suoi turisti un vastissimo bagaglio culturale, storico e artistico per ogni tipo di curiosità ed esigenze, moltissimi itinerari unici e appassionanti. Una regione che custodisce gelosamente le sue tradizioni, oggi ancora rivivono nel commercio e nella quotidianità dei calabresi grazie alle ceramiche, agli oggetti in rame e alle sculture senza tempo.
Informazioni culturali e turistiche in Calabria: Archeologia industriale
La vallata che ospita il fiume Stilaro, dove si trovano i centri urbani di Pazzano, Bivongi e Stilo e una parte dell’area montane delle Serre Calabre che include i comuni ci Fabrizia, Mongiana, Spadola, Guadavalle e Cardinale, è stata il luogo d’incontro per più di 2000 anni di molteplici popolazioni che hanno contribuito alla realizzazione di imponenti monumenti distribuendo su tutto il territorio una serie di testimonianze legate alle attività industriali, orientate principalmente alla siderurgia e alla metallurgia.
Lo sviluppo di tali attività dipendeva dalle condizioni favorevoli morfologiche e idriche che assicuravano la lavorazione e trasformazione dei minerali e dei materiali a disposizione. Tale area è compresa tra il mar Jonio e le Serre Calabre, un lembo di terra oggi tra i pochi a custodire testimonianze archeologiche e monumentali che a partire dal tempo della dominazione dei Feaci arrivano agli anni cinquanta dello scorso secolo.
I primi popoli che utilizzarono a proprio favore le risorse minerarie della vallata furono, nell’età del ferro, gli indigeni e in seguito i Greci verso il VIII secolo che, senza dubbio consapevoli delle risorse presenti nell’area, presso il litorale ionico fondarono la città di Kaulon, presso la foce del fiume Assi.
Iniziarono così a stringere rapporti commerciali con le popolazioni indigene dell’entroterra, stabilendo scambi di manufatti in cambio di materie prime utili per la sopravvivenza dal neo insediamento. Al fine di utilizzare nel migliore dei modi le miniere di ferro, nella conquista della Calabria i Romani formarono una colonia presso Pazzano e Stilo. Il lavoro di miniera fu proseguito dai Bizantini dando vita ad alcune ferrerie.
Notizie maggiori su tali attività siderurgiche si avranno solo con l’arrivo dei Normanni riguardo l’area dello Stilaro, infatti proprio Ruggero il Normanno donò ai Certosini di San Bruno la maggior parte dei beni presenti in tale area. Successivamente tutte le popolazioni che salirono alla guida della regione decisero di sfruttare le risorse minerarie della vallata, lasciando le impronte delle loro attività commerciali. Tale polo siderurgico destò molto interesse attirando, tra il XVI e il XIX secolo, una discreta folla di tecnici specializzati, impresari ed esperti del settore da altri distretti minerari dell’Europa ma anche italiani che trovarono in Calabria nuove opportunità.
Ciò contribuì pesantemente sul tasso di crescita sociale della comunità che negli anni sempre più si stabilirono definitivamente portando allo stesso tempo innovazione e nuove tecnologie nel campo siderurgico e minerario. Tutto ciò, questa fusione di lavoro intensivo e continue innovazioni diedero la possibilità di trasformare la regione in un polo di riferimento per le industrie del Meridione italiano.
La costruzione della prima fabbrica di armi risale al 1742 a Pazzano, in seguito presso il fiume d’Assi nel 1746; proprio in queste ferrerie, su un progetto del Vanvitelli furono costruiti i tubi per l’acquedotto Carolino, utilizzato per la reggia di Caserta. Inoltre l’esercito borbonico era rifornito del proprio armamento dalla fabbrica di armi di Mongiana e dalle fonderie di Ferdinandea e Mongiana, all’epoca le fabbriche più rilevanti del territorio italiano.
La fonderia di Mongiana è anche fornita di uno dei più grandi altiforni di tutta l’Italia ed è proprio presso le ferrerie di Cardinale che furono realizzati le struttura per la nuova ferrovie e per i ponti sospesi in ferro dell’Italia.