Informazioni turistiche: la storia di Cosenza
Al IV secolo a.C. si fanno risalire le origini della città, periodo in cui quest’area devasta particolare interesse ai Bruzi per la sua posizione strategica. I Buzi stabilirono qui la loro capitale, in base a quanto si evince nel testo di Strabone “Geografia”, con il nome di “Cosentia” nel 356 a.C. con l’alleanza di tutte le altre città e di tutti i villaggi bruzi, ma anche con l’appoggio dei Lucani che furono costretti a firmare un trattato di pace “donna Brettia”, negli anni successivi rappresenterà una vera e propria alleanza tra i due popoli.
La città quindi, nel periodo di dominazione dei Bretti, aveva una posizione strategica, infatti molto temuta di nemici, città fortificata ma anche molto sviluppata a tal punto da essere indicata come metropoli e come capitale di un esteso territorio che si espandeva fino all’entroterra dell’odierna Basilicata e Puglia fino a raggiungere l’aspomonte in modo da avere il controllo sia sulla zona costiera del Tirreno nella fascia centro settentrionale, oggi la Calabria, sia su quasi la totalità delle città della Magna Grecia della Calabria.
Per tali ragioni queste città furono assediate dai Bretti, infatti fu vano l’aiuto di Dionisio e quello di Alessandro I d’Epiro, zio di Alessandro Magno, morto in battaglia nel 331 a.C. presso Pandosia. Cosentia fu sconfitta per la prima volta in occasione dell’alleanza della confederazione Bruzia con Pirro re d’Epiro durante la guerra contro Roma nel 275 a.C. Nonostante la sua disfatta, la città fu risparmiata e fu addirittura nominata una delle città della Repubblica Romana abbandonando il titolo di capitale bruzia.
Ma il fervore tramandato dai bretti portò la città a un forte senso di autonomia e fierezza che la spinse a ribellarsi più volte contro Roma, ricordiamo quella del 218 a.C., anno in cui si alleò con Annibale in occasione della Seconda Guerra Punica, e nel 73-71 a.C., periodo in cui i bretti si allearono alla rivola degli schiavi con Spartaco, che nella provincia di Cosenza raccolse numerose truppe.
Roma non riuscì ad ignorare i continui attacchi e per tali ragioni revocò lo stato di città della Repubblica Romana, inoltre sciolse la lega dei Bruzi, togliendole lo stato di capitale, espropriò i possedimenti riducendola a semplice colonia romana.
Del periodo ellenistico sono stati rivenuti pochi resti tra i quali ricordiamo alcuni blocchi parallelepipedi di arenaria del posto originari della Rocca Brettia, è possibile ammirarli in differenti punti della città; inoltre è stato riportato alla luce anche un ingente edificio monumentale e diversi resti di abitazioni presso le fondamenta dell’ex Seminario Arcivescovile e del Palazzo Sersale, sulla capitale dei Bretti fu costruita la colonia romana.
La tua vacanza culturale: Epoca romana a Cosenza
Sotto il controllo romano, la città di Cosenza acquisì il ruolo di stazione della Via Capua – Rhegium, comunemente conosciuta come via Popilia o Annia. In occasione della guerra civile tra Cesare e Pompeo, la città prese le parti di Cesare, e di conseguenza fu invasa dai soldati di Pompeo di ritorno dalla Sicilia.
La città nel 29 a.C. per volere di Augusto diventa una delle sue colonie concedendole la cittadinanza romana solo dopo aver verificato la resa dei Bretti eliminandone i confini e assegnando il suo agro in duecento iugeri. Da questo momento cambia completamente la connotazione della città, infatti non si presenta più come una città fortificata e bellica ma diviene una città fiorente orientata al commercio e alla cultura.
In occasione di una rivolta in ambito religioso, l’imperatore Massimiliano, nel 304 si trasferisce a Cosentia. In seguito alla disfatta di Bulla, iniziò il martirio dei cristiani presso l’antico capoluogo bruzio, in tale occasione furono molti gli abitanti martiri tra i quali ricordiamo san Dionigi e san Callisto, ma nel 313, grazie all’Editto di Milano, il Cristianesimo è sotto gli occhi di tutti, esce allo scoperto.
Per più di un secolo la città di Consentia vive tranquillamente in una situazione alquanto agiata fino all’arrivo di Alarico, il re dei Visigoti che invade la città solo dopo il Sacco di Roma del 24 agosto del 410. In occasione di tale invasione il re Alarico muore nei pressi della città di malaria e, sempre in base alla leggenda, viene seppellito assieme alla sua armatura, una parte del bottino del sacco di Roma e con il suo cavallo dal suo fedele esercito nel fiume Busento, temporaneamente deviato per poi essere reinserito nel suo letto naturale per far perdere del tutto le tracce della tomba.
Presso il centro storico possiamo ammirare numerose testimonianze della città in epoca romana un esempio è uno scavo di una domus mentre altri edifici termali presenti in via S. Tommaso e Palazzo Sersale, inoltre sono anche presenti resti delle mura difensive.